Oggi voglio dare spazio ad una talentuosa professionista, incontrata per caso al lavoro, qualche giorno fa:

Silvia Cassetta. Architetto e designer, con una visione del mondo, fuori dagli schemi. Inutile dirvi che tra noi è stata subito empatia. Sono rimasta affascinata dalla sua ultima creazione: Pipoliva e ho voglia di presentarvela.

Pipoliva-title

Bando alle chiacchiere! Benvenuta qui sul mio blog. Ho una lista di domande per conoscerci meglio.

Disciplina e libertà.

Per rompere le regole, bisogna prima conoscerle (cit) – Silvia, tu nasci come architetto: come si incontra creatività e rigore?

Il rigore serve per dare concretezza alla creatività, cercare di convogliare tutta l’energia nella direzione giusta. Per esprimere ciò che si vuole dire, si esige coerenza, ed è difficile al giorno d’oggi…

Esprimi il tuo concetto di Clever Rebel con un’immagine:

MUtable... tavolo sia per pranzi che per cocktail- multifunzionale-luminoso e diverso dal concetto statico di tavolo.
MUtable… tavolo sia per pranzi che per cocktail- multifunzionale-luminoso e diverso dal concetto statico di tavolo.

 

Architettura e sostenibilità. Tre elementi essenziali. Quali?

Sensibilità. Attenzione ai materiali eco compatibili. Flessibilità.

Il recupero di materiali dal mondo. I viaggi. Le ispirazioni. Gli oggetti inanimati prendono vita grazie a te. Raccontaci come nascono le tue idee…

Soprattutto dall’individuazione di possibili esigenze, forse nascono prima le mie domande che le idee per affrontarle…

Un viaggio per rispondere ad una delle tue domande e raccontare un’idea: quale luogo?

Nel mare, in barca a vela …

(Ottima risposta!)

Design e danza. Un’anima di designer innovativa. Progetti concreti a passo di danza: due volti della stessa medaglia? Dancing Shape…

Sì…’Una sola moltitudine’ (Pessoa).

La danza scolpisce lo spazio attraverso il movimento del corpo e l’architettura, attraverso le forme. Esiste una fluidità che esprimo nei miei progetti, comparabile alla dinamicità della danza, una mia passione personale. Rappresenta l’unione tra tecnica e bellezza, la ricerca dell’armonia espressiva lavorando sulla forma.

Dancing shape è una collezione di lavabi in pietra dalle forme allungate e dinamiche: dall’incontro tra i piani inclinati scaturiscono fasci di luce, per far sì che i pezzi di arredo siano come delle sculture nello spazio e non dei semplici mobili. 

Interpretare, come performer, attraverso coreografie danzate delle forme di design è stata una ricerca accennata ed eseguita anni fa al Master in Interior Design. Non è un tema nuovo, già nella scuola BAUHAUS, fondata nel 1919, durante le avanguardie, si insisteva sull’integrazione tra le discipline artistiche e sulla relazione fra danza e forma. Cito il Balletto Triadico di Oscar Schlemmer che associava alla purezza corporea, elementi geometrici valorizzando la potenza espressiva coreografica.

Colui che sa guardare nel profondo ama vivere con leggerezza. Sei d’accordo e soprattutto, ci riesci?

Sì, sono d’accordo. Essere lievi e delicati per me è la leggerezza. Un esercizio continuo, ci si può riuscire solo se si comprendono le profondità. Come nella danza: ad ogni salto leggero corrisponde un piegamento per prendere la forza. Non so se ci riesco, ma ci provo…

La bellezza è forma o sostanza per te? Cosa diviene bello nel tuo lavoro?…E perché?

La bellezza è la sostanza che diviene forma. Diventa gradevole il modo di vivere lo spazio, se si cerca un’astrazione e una purificazione delle forme. La mia ricerca è creare un connubio tra spazio architettonico e mobili, fino quasi ad integrare totalmente l’arredo nello spazio. La luce, che cerco di inserire nei miei progetti, è un materiale vero e proprio per aggiungere energia. Aumenta il potere espressivo di un progetto, insiste sul fruitore più della forma. Il concetto di bellezza, è legato ad un equilibrio tra luce e ombra, così è più interessante valorizzare i volumi e dare un’identità forte allo spazio.

Mixare eleganza ed utilità: Pipoliva

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Pipoliva e Cerasì‘. I nuovi cucchiaini che ho disegnato e brevettato per poter degustare olive e ciliegie in maniera divertente ed utile: hanno il manico tubolare e cavo, in modo da poterci elegantemente soffiare dentro il nocciolo; con uno stesso cucchiano, puoi prima prendere l’oliva e poi utilizzare il manico per disfarti del nocciolo senza toccarlo con le mani. L’idea è nata da una mia riflessione sul fatto che non esistesse nulla per mangiarle adeguatamente: spesso nei ristoranti non si servono neanche per la scomodità. In Puglia, le olive si cucinano e si mangiano anche calde: Pipoliva sarebbe perfetto. Bruno Munari aveva progettato le ‘forchette parlanti’. Il design deve essere anche divertente, con un pizzico di funzionalità.

Pipoliva-2

Il mondo visto da te: in e out.

Mi dicevano: ‘Silvia, tu vivi nel tuo mondo’ e io mi innervosivo! Oggi son felice di questo: basta avere una forte e silenziosa consapevolezza della realtà per capire con quale emozione affrontarla. Imparare ad essere coerenti con la nostra intimità. La principale difficoltà, è che tutti vogliono comunicare: la vera comunicazione è un esercizio di empatia che implica scoprire la propria interiorità. Una delle cose più temute.

Tira fuori un sogno e lancialo sul mio blog: porta fortuna 😉

L’unico sogno che non posso concretizzare da sola è incontrare l’Amore Vero. ‘Scusate se è poco’!…Domande non ordinarie. Grazie mille, a volte basta ‘poco’ per essere grandi 😉

…Riflettevo sul fatto che io sono molto Alice in wonderland. Sarà per questo che ho adorato subito i tuoi lavori. 😉

Vi è piaciuta Silvia? Fantastica non trovate? Come i suoi Pipoliva!

Credits by Silvia Cassetta

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