Fuori le righe

Non ho mai scritto in maniera maniacalmente ordinata ;)
Amore e anticonformismo.

Prehistoric Park e il Lavoro di Scrivere

L’altro ieri (adesso è un vero musthave) io e il nano, durante un vigoroso acquazzone, guardavamo su youtube, quasi incantati, Prehistoric Park; più entusiasta io che lui, c’è da stupirsi? Già già, la mia maturità! Nicolò presissimo dal Deinosuchos, o qualcosa del genere. Non lo conoscete? Un po’ di pazienza, ora vi spiego tutto. Mio figlio talmente innamorato di questa serie che, ha letteralmente ricreato un Prehistoric Homemade, che non ha proprio nulla da invidiare a quello originale. Spettacolo avvincente non c’è che dire.

Ma l’avete mai visto questo programma? Vi racconto;

Dyno-e-writing

Nigel, indiscusso protagonista, uno che non deve chiedere mai, o quasi! (altro…)

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#iomiesprimo

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Esprimersi. Mica facile! Si può parlare, raccontare, ma voi vi esprimete davvero?

#iomiesprimo. Voglio chiamarlo così questo nuovo spazio. Adesso, sì che io mi esprimo, anche troppo! Ci sono arrivata con tanta, tantissima fatica (altro…)

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Incontrare Babbo Natale

L’anno scorso,

qualcosa di magico ha dato un nome alle emozioni, le ha dipinte di oro, d’argento e rosso come i colori del Natale, di blu, di arancio e di tutti i colori che un bimbo, ama di più.

A dirla tutta, un motore ha dato il via: il mio infranto desiderio d’infanzia. Già, io da piccola non ho mai visto davvero, Babbo Natale. Li vedevo a Piazza Navona, più di uno -e già qui, avevo i miei dubbi -facevo foto con loro, ma non ero affatto convinta! Per strada solitari, tra barba bianca e stivali marroni. No, non ci siamo. In giro per la mia città, ma lontani da me.

landscape

Non si può non incontrare Babbo Natale, quello vero. Più o meno.Lo scorso anno, la magia ha avuto un nome: zio-Babbo-Natale. Ecco sì, abbiamo diplomaticamente chiesto a mio fratello di omaggiarci, e dar prova delle sue deludenti fantastiche, doti teatrali. (altro…)

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Blue xmas

Come ogni tradizione più autentica e radicata -ecco, non che io sia tipa da grandi tradizioni, solo quelle giuste- Beh, da manuale anche questo compleanno, del mio ometto cinquenne, è stato festeggiato tra scatoloni e caos piccola parentesi, nella nuova casa avvolta dalla voglia di stare insieme, con una torta by me: buona senza uova, super semplice e la febbre, chiaro! E che due belle scatole! Da tradizione appunto.

Blue xmas

Il privilegio di far il compleanno a dicembre. Vabbe’! Evocare tra mente e cuore, quel giorno di pioggia selvaggia. Io, una sala parto, mille parole in me, che non danno il tempo di provare paura, o forse il coraggio la supera senza esitazione. La mia vita che inizia. Mi sembra ieri, sì.

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Caro babbo Natale

Aria tagliente,

che sa di neve bianca. Il tuo viso in cerca di un tiepido tepore. La primavera dentro. Fuori dalla finestra il vento selvaggio e gelido, irruente mette a nudo alberi rosso oro. Non domanda per piacere, no. Il cielo color ghiaccio racconta silenzioso. In cerca del colore. Pazzi cappelli parlano di te. Voglio  vivere ai Caraibi si intende?! Freddo, fa freddo. Nel letto avvolta dalle coccole di un piumone Disney. Soffice, tuo, nostro. Un caldo abbraccio in cui rifugiarsi. Stringersi.

loveus

Strade vive che fanno festa. Scintille di Natale. Già da ottobre è così, ma va bene lo stesso. Glitter e essenze d’inverno, tra passato e presente. Ora. Mamma, figlio. Gioco e maturità. Il profumo intenso di castagne fumanti, libero e chiaro nell’aria che respiri a pieni polmoni, ti avvolge e sa di buono. (altro…)

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Desperate housewife

Mai entrate dentro una di quelle case?

Impeccabili, ordinatissime, immacolate. Un po’ aliene. Luoghi mistici, dove tutto è nell’ordine più supremo, un concetto di cui tu, disordinata cronica, ignori l’esistenza. Fino a quando non ne incontri una.

Case imbarazzanti. Per te eh. Sì perchè entrando, ti domandi subito? Ma allora sei proprio negata. Già, non ce la posso fa! Desperate housewife. (altro…)

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Il cafonologo è out

Avete mai sentito parlare di Cafonologia?

Una facoltà sempre in voga, (strani i gusti delle persone) da lì escono continuamente, indiscusse figure di spicco. Si insediano in ogni strato sociale: dei veri evergreen che, non passano mai di moda, a quanto pare! A chi mi riferisco? Ma a lui: il comune cafonologo di tutti i giorni; lo incontri per caso, e ti domandi da dove sia uscito?

L’esperto dell’ignoranza umana, quella che, discosta dall’ignorare qualcosa; affonda le sue radici nella sterile presunzione, insolenza, ineducazione. Personaggio attivo, in differenti palcoscenici quotidiani;

in ambito professionale: si caratterizza dall’assoluta carenza di tatto e delicatezza, parla a sproposito senza azionare il cervello; può abusare di potere, o anche peggio, senza diritto punta il dito sull’impegno altrui.

Lo trovi al parco: teatralizza un rimprovero, mortifica suo figlio pubblicamente, mostrando fiero, la sua indiscussa “autorità” genitoriale; sotto sguardi compiaciuti, di altri suoi colleghi nel pubblico.

Il cafonologo suona di prepotenza, tre volte al citofono per consegnarti la posta; non ti  concede il tempo di scendere umanamente le scale, con un bimbo piccolo, e al tuo arrivo dichiara: ‘Dai che ho fretta!” (mi ha proprio trovato!) Già, perchè costui, ha anche l’ausilio della parola: ne fa un uso illimitato, spaziando tra vocaboli di dubbia provenienza, e aggressiva maleducazione. Incontestato padrone, di un’esibita arroganza; se uomo, ti inveisce contro, perchè lui, nella sua mente è l’essere dominante. Nota esplicativa: il cafonologo è anche donna però eh! Pari opportunità al riguardo. Accreditato, offende, con fluida naturalezza il prossimo.

La sensibilità? Parola sconosciuta nel suo limitato linguaggio; ma è dappertutto poi!

In auto: negandoti uno stop. In fila al supermercato: pretende di passarti avanti; nel dialogo a senso unico, (il suo) esibendo una bellicosa pretesa di presunzione. (Poveraccio!)  Lui giudica convinto, lui critica, lui ferisce con la sua dozzinale noncuranza. Non si mette mai in discussione: chiaro, non può sbagliare, è sempre “colpa” del prossimo.

Il cafonologo è out, è ora di farglielo notare: io lo faccio, con ferma, risoluta, educazione.

L’educazione? Mica quella dei figli perfetti: (merito dei genitori) che non si sporcano, non fanno “mai” capricci, che “obbediscono” (brrr). L’attenzione umana, svelata in un sorriso per dire: grazie di esserci! In uno sguardo per dirti: ci sono. In una carezza, per farti sapere che ti amo, nel giocare insieme a tuo figlio: perchè l’infanzia è spontaneità, ascolto, dialogo a due…

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Educhiamo i nostri cuccioli da subito alla sensibilità: forza non vulnerabilità, ad ascoltarla e viverla nella giusta misura. Al rispetto: in un “ti voglio bene”, nel valore dell’espressione sincera, attraverso l’energia, nella consapevolezza di sé…

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Che ne pensate?

Bacio, Any

 

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Il pregiudizio al femminile?

A volte sono sorpresa, incuriosita, quasi divertita, leggermente indignata, ma anche un pò basita: già!

Così difficile, aver fiducia nella propria natura femminile: valorizzandola, liberandosi da superficiali giudizi? Emozioni in tasca, avversità a qualsiasi forma terrestre di parcheggio, 😉 colore e vestitini, (anche quelli perchè no!) e poi: mente, cuore, energia, intuito, diversità, passione. Assurdi confini, muri invisibili, preconcetti senza valore, visione falsata di se stesse, da neutralizzare civilmente, con la voglia di apprezzarci, per ciò che siamo.

blog

Oggi al parco: io, Nic, il marito (altro…)

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