Era una mattina fredda ed umida d’inverno. Una giornata in cui pensavo solo a tornare a casa da mio figlio. Uno di quei periodi in cui sei in bilico tra l’essere arrabbiata con te stessa o con gli altri. Insomma una di quelle mattine in cui vorresti un cappuccino caldo e startene nel letto.

Accadeva per caso: mi ritrovavo a parlare con una cliente abituale dello store, una persona brillante ed intelligente con cui conversavo spesso, volentieri. Il caso ha la semplice capacità di non essere mai casuale. Nel mezzo dei nostri discorsi, una semplice domanda:

'Hai mai letto the 5 five love languages di Gary Chapman?'

In realtà no, non l’avevo mai letto, ancora. Inizia a raccontarmi con enfasi il messaggio nascosto (non così tanto) dell’autore. Ascoltando i dettagli mi sono incuriosita, una lettura da fare al più presto mi son detta, un libro da lista dei desideri subito. Eppure non lo acquisto quel giorno, passa un po’, qualche tempo dopo dentro un Mondadori Store, mi trovo a chiedere il titolo del libro, che in quel momento non era disponibile nemmeno su ordinazione. Mi dico che sarà per la prossima!

Passano altri giorni, ‘The five love languages’ resta un po’ sospeso nei desideri della mia lunga lista, quasi mi dimentico del testo e della voglia di leggerlo, fino a quando sempre per caso, navigo nello shop di Amazon e mi viene in mente di trovarlo tra i tanti titoli a disposizione. E’ lui, era disponibile! Perfetto, subito nel carrello per l’acquisto.

The 5 love languages

Del resto, lo desideravo da un po’, perché non l’avevo acquistato prima? Una volta ricevuto, presa dalla voglia di studiarmelo, mi sono immersa freneticamente nella lettura, che poi io, o amo o non amo affatto! Nulla da aggiungere. Lo stile narrativo è scorrevole ed accattivante, ti porta dentro le storie ed i protagonisti. Riesci ad immedesimarti in quel che leggi. Fresco e non banale, semplice, forse troppo. O forse no.

Il tema centrale è svelare, comprendere e rispettare la lingua dell’amore che ognuno di noi vive e sente in una dimensione del tutto sua. Manifestare quello che è il nostro linguaggio, dargli un nome, intuire quello altrui. Riflettendoci bene è semplice solo sulla carta, tra il dire e il fare…

Che poi, non tutti siamo stati preparati, educati ed istruiti ai sentimenti autentici. Sappiano riconoscere l’amore, quello sano? Sappiamo darlo prima di tutto a noi stessi? Sappiamo dire no quando è il momento giusto? Ho i miei ragionevoli dubbi. Sono abbastanza certa che a volte l’amore, lo abbiamo davanti senza vederlo ed ancor peggio lo vediamo quando non c’è. Quante scuse scambiate per sentimento, eppure il cuore non mente. Il sacro fuoco dell’amore senza quella scintilla che profuma di sacro, non può avere luogo e senza benzina tende a svanire. Ma torniamo al libro: la vera rivoluzione pacifica è iniziare a comprendere il proprio linguaggio emotivo, prima di tutto il nostro! Da qui in poi, tutto in discesa. Nel trovare affinità con i miei linguaggi dell’amore ho compreso più me stessa.

Eccolo il mio linguaggio, questa sono io! Non avevo mai considerato alcune sfumature prima.

Parliamo un linguaggio del tutto unico e personale, in questo modo sappiamo amare ed in questa modalità ci sentiamo amati in maniera legittima. E se gli altri non parlano la nostra lingua? Sarà possibile parlare lingue diverse? L’autore attraverso esempi di vita e protagonisti diversi tra loro, ti fa entrare empaticamente in una dimensione di complicità, prendendo confidenza anche con se stessi.

Proprio ciò racconteranno queste pagine. Un deliziosa lettura natalizia da regalarsi, il libro trasuda speranza, fa riflettere ed emoziona. Imparare e capire con quale lingua comunichiamo i sentimenti e con quale linguaggio ci sentiamo amati. A tratti illuminante senza annoiare. Comprendersi non è mai banale, piuttosto necessario per sapere dove vogliamo andare.

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