Nata ai bordi di periferia‘…

Come narrava poeticamente ‘Eros‘; una periferia a cui associo nell’immediato, il baretto ‘sfigato’ sotto casa, un aggregativo ‘Roxy bar‘, quale nome altrimenti? Rifugio di molti, non il mio, io avevo l’altrettanto scarno e desolato muretto: testimonial di ricchi, fantasiosi, conflittuali racconti adolescenziali; autobus che ti lasciavano ore fiduciosa alla fermata, la tua scuola, perchè tu hai scelto l’indirizzo ‘strano’: in centro. Scene d’ordinaria follia sotto la metro, se la conosci la eviti! Tuo malgrado, la tua città, il luogo dove sei nata, a cui intimamente appartieni; quella terra culla di storia, bellezza, calore umano, immensa, al contempo maltrattata, disorganizzata, sconfortante, difficile. Lo stesso luogo, che nove volte su dieci detesti e quell’unica volta, tra il suo rovente sole, le sue rovine vivide, la sua unicità, ti rende per una piccola parte orgogliosa di lei.

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Una metropoli criticabile, deludente sotto molti punti di vista, faticosamente selvaggia quando sei un’adolescente, davvero ostile, quando sei una mamma che, si adopera ad ottimizzare la sua organizzazione famigliare: il child friendly? Questo sconosciuto! Parchi in cui trovi bottiglie rotte ai bordi dell’incolto prato, giochi pubblici ridotti a ruderi senza storia, servizi inesistenti per le mamme e le famiglie; quando fortuitamente, trovi qualcosa che vagamente sembra accessibile, quasi ne sei commossa. Allegre gite in bici? Paragonabili al più rischioso sport estremo!

RM

L’atteggiamento ben peggiore: la sterile adattabilità, la noncuranza, il sentirti dire ‘Qui è cosi, ti stupisci?’ Mi chiedo a cosa serva questo? Se è così, perchè esiste l’arrendevole senso del conviverci o il disinteresse, ti viene l’istintiva e ragionata voglia, di prendere famiglia e andare in un luogo più ospitale, più vivibile: in cui forse non hai il tepore del sole, il mare a due passi, la monumentale arte in ogni scorcio nascosto; hai d’altro canto, l’agibilità quotidiana del goderti l’aspetto gioiosamente ‘friendly’ del vivere la tua famiglia. Una riflessione dura la mia, da ‘innamorata ferita’…

ROME

A quanto potenziale rinuncia questa città? Innovare si può? Io dico: si deve! Priorità di sostanza, senso civico comune, l’impegno di un suggestivo ‘angolo’ di mondo, eternamente in conflitto con i suoi figli: uno sguardo in avanti, mantenendo la sua essenza storica. Evoluzione meritata, per tutti coloro che la amano, nonostante tutto…

Di quale città sto parlando? La mia capitale, vi tolgo ogni dubbio 😉

MAGIC

Le vostre città, son ben organizzate per le famiglie?

Un bacione, Any

 

 

 

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4 Comments on Roma e il child friendly?

  1. ..emerge la tua forza, il non arrenderti mai, se ci fossero piu’ persone con la tua determinazione il mondo sarebbe migliore, le nostre città lo sarebbero di sicuro..

  2. Complimenti per il post, veramente bello. Purtroppo con questi chiari di luna figurati se l’Italia pensa ai nostri figli…. Se non fosse perché in Spagna la situazione lavorativa è tragica ti direi di andare a Madrid. Marciapiedi larghi con le discesine per passeggìni in ogni dove, parchi e giardini attrezzati di giostre nuove e strasicure, curati e puliti e perciò rispettati dai cittadini, piste ciclabili, anche in quartieri periferici insignificanti. Quando il cittadino paga le tasse e le vede ben impiegate le paga più volentieri.

    • Ciao Gloria! Grazie per le tue parole… Penso che l’attenzione alla cura delle città e il pensare alle famiglie, sia prioritario… Speriamo 😉

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