Il lavoro è sacro, qualifica la tua persona;

è diritto sancito dalla costituzione, (in teoria) un mezzo per vivere dignitosamente, anche quando non rappresenta al meglio te stesso. In ogni caso merita rispetto, passione e talvolta una sana, scanzonata riflessione. In questo post, le mie personali considerazioni relative al mio ex impiego, svolto in un luogo di scambio, multiculturale, ignoto, movimentato, selvaggiamente dinamico: l’aeroporto. Parola immediata e suggestiva, nell’immaginario collettivo descrive: la partenza, l’arrivo, gli affari, le vacanze (indubbiamente per gli altri). Per te che sei dentro esprime: costanza, ricca dose di calma, dinamismo, alta tollerabilità allo stress; (nel vero senso della parola) sorriso spontaneo e un improvvisato mantra ‘zen’, dopo l’ennesimo vaffa gratuito, da un qualsiasi ben educato personaggio del momento. Uno sconfinato ‘habitat’, palcoscenico di avventure quotidiane talvolta spassose, altre invece ‘poco raccomandabili’. Un luogo curioso, dove appena assunta i tuoi amici si entusiasmano, perchè tu incontri ‘vip’ e principesse saudite dei nostri giorni, in effetti mai un Brad Pitt riflettendoci meglio! 😉

Spazio incontrastato del tutto è dovuto...’e alla svelta che parte l’aereo’, (alzarsi prima no eh?!) per i Yes please, ci pensano gli anglosassoni, li adoro! Giungla dove nei tuoi disinvolti cinque minuti di pausa, devi velocemente: recarti in bagno e contemporaneamente telefonare ai maschi di casa, ricomporre alla buona un detestabile, odioso chignon, rinfrescare il tuo sobrio make up dai toni neutri, e non dimentichiamo la colazione! Sei sveglia dalle quattro del mattino circa, alle nove e trenta devi pranzare: cappuccino a portar via e cornetto volante, il tutto degustato in corsa, negli sconfinati corridoi a mo’ di slalom, sotto assedio passengers. Individui legittimamente desiderosi d’aiuto: sei il loro miraggio nel deserto…

NY è in ritardo! La valigia distrutta! I bagni fuori uso! Dov’è un bancomat!” (proprio davanti a loro, questa è classica!) “I carrelli accettano solo i due euro, vergognoso siamo in Italia!“…Questo punto condivisibile o meno, è fuori luogo; scaricare la propria motivata frustrazione sulla prima che capita, e cerca di consumare un misero spuntino si può evitare 😉 In aeroporto esistono diverse aziende esterne, differenti mansioni, poco importa: hai una divisa, per niente fashion peraltro e devi rispondere ad ogni pittoresca richiesta, è insindacabile. Sei pagata per occuparti di tutt’altro, dato irrilevante; gentilmente cerchi di indirizzarli ai desk specifici, non ti ascolteranno mai! Chiederanno ad altri cento, prima di dirigersi dove tu, li avevi cordialmente guidati. Del resto…

L’Italia fa schifo e non funziona niente!” Atteggiamento che innervosisce un pochino. Certo non siamo esemplari, prima ad ammetterlo ne sono indignata, fuori luogo sfogarsi con una che sta lì per lavorare, esiste anche chi lo fa o ci prova almeno. Impensabile, il tuo essere in piedi dalle tre e quarantacinque, aver dato il latte al cucciolo, linda e pinta, aver intrapreso con i finestrini della macchina spalancati in pieno inverno, (onde evitare fasi calanti) una buia autostrada; tutto ciò per aprire un ufficio, perchè quello fai per vivere. Facile sentirti dire: ‘Ma come sei in forma!‘ Puoi mangiare quanto vuoi, il tasso di stress psicofisico, non ti farà prendere un grammo! Sinonimo indiscusso di varietà: atletici australiani, che lasciano per te numeri di telefono su di una ricevuta, dialetti mai sentiti prima, ‘venduti’ per lingua ufficiale, adorabili signori che con un grazie, ti illuminano la giornata. Aspetto selvaggio a parte, nel mio cuore è sinonimo di nascita: testimone del mio passaggio da ragazza a mamma, questo conta…

lovissimi

“Aeroporto” è universo denso di incomprensibili conflitti, dove difficilmente troverai solidarietà femminile, attraversando le apparenze, incontrerai delle amiche sincere. Posto in cui, se ti assegnano umanamente turni in apertura per semplificarti l’esistenza, (anche perchè sono gli orari in cui si lavora di più) ti sentirai dire:”Che culo hai il giorno intero a disposizione!” Considerando che sei in piedi dalle quattro del mattino, con una dose di caffeina al limite del consentito, e torni a casa alle tre del pomeriggio, ho i miei dubbi 🙂 Una realtà in cui mi sono adoperata con fatica e impegno, col mio entusiasmo, non priva di cocenti delusioni e bocconi amari, un mondo a cui ad un certo punto, ho ardentemente cercato valide alternative; per una serie di scelte forzate e poco gradite è un capitolo chiuso, ma sono sollevata: nella vita bisogna guardare avanti, correndo qualche rischio, senza perdersi d’animo, sembra facile 😉 Le possibilità sono carenti, una piccola dose di audace trasporto serve sempre. Sono pro miglioramento: soddisfazione ambita per la coerenza di se stessi: bicchiere mezzo pieno che ne dite?

ky

E non chiamatelo solo ‘Aeroporto’ 🙂

Any

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Grazie per aver votato!

2 Comments on Non chiamatelo solo aeroporto…

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