Pandora,

creatura bellissima, eterea, in alcuni aspetti divina, in altri umana. Custode di uno scrigno segreto, dono degli Dei.

Un dono proibito, quanto la più carnale e inconfessabile tentazione.

In un mondo di vane meraviglie, giocosa innocenza e scarna vanità, la curiosità si fece inconsapevole strumento di dolore. Così la bella custode prescelta, divenne l’elemento profano: il mondo sotto i suoi occhi increduli ed impotenti, cambiò per sempre.

Nelle profondità di quel misterioso scrigno uscirono sconcertanti e crudeli verità, come un veleno senza antidoto, contaminarono quel mondo così perfetto: la sofferenza, mai provata prima. Erano accecante disperazione ed avevano strani nomi.

Malattia

Specchio intimo di una sofferenza concreta o potenzialmente tale. La paura paralizzante anche solo di incontrarla, fossilizza, rende inerme l’uomo. Lo scaraventa nell’angolo più buio di sé: solo, spaesato. Senza armi. Senza volontà di trovarle. Il dolore, intriso di lacrime inespresse. Inascoltate.

Vecchiaia

Una signora logorante, stanca affaticata. La bellezza che sfiorisce nel tempo. L’apparenza si rende ancora più vana. Un messaggio: ciò che è nell’animo resta. Perdura. Resiste e si trasforma in armonia. 

Il vizio

Un motore potente nella misura in cui riesce ad alienare il migliore degli uomini e, renderlo la peggiore versione di sé. Una coazione a ripetersi involontaria, cieca, che urla al mondo le proprie fragilità. Una prigione senza sbarre in cui alcuni, faticano ad uscire.

Pazzia

Per i più creativi, la ragione senza schemi. Oltre i margini, fuori le righe. Quella lente che ti regala la vista di paesaggi così lontani, e solo tu, riesci a guardare. La sottile linea di confine tra improbabili deliri e sana, consapevole lucidità. Quell’equilibrio che si trova per incanto – o per duro lavoro – nel momento in cui, si decide di disperderlo. Solo per un momento.

Gelosia

Un fuoco ardente, mistificatore e bugiado, vestito dalle più nobili e fuorvianti ragioni. Il più vulnerabile aspetto di noi. Quello che chiudiamo a chiave e soffoca, il lato bisognoso che fa troppo rumore. Potente nella misura in cui distrugge.

E così, il mondo divenne desolante dolore. Un luogo arido, dove spaventava troppo sognare. Un posto al buio. In una muta assenza di poesia.

Tutto sembrava perduto, fino a che un tenue, ma incantevole bagliore, fece luce nella paura più incessante.

Una luce talmente bella nell’espressione della sua freschezza, impossibile da non poter guardare. Con nuovi occhi. Arricchiti, meno spaventati. Ancora incerti.

Qualè il tuo nome? Chiese timida, imbarazzata Pandora.

La luce sorrise: io sono qui per te. Sono l’albore arso dalla fiamma che scalda, senza mai bruciare. Sono un fascio di luce, nei tuoi momenti di irrisolto buio. Sono anima fiera, quando ti accorgerai che vivo da sempre in te. Esisto, anche quando cerchi di farmi morire. Respiro, per donarti nuovo ossigeno. Ti tendo una mano, quando tutti sanno andare via. Non cercarmi fuori, io sono in te. Forte, indomabile, testarda. 

Chi sei? Chiese di nuovo Pandora.

Io sono la speranza. 

Spirito libero, che ristabilisce nel mondo l’ordine sparso di tutte le cose.

Sono la speranza, dove cresce il fiore di una te migliore.

 

Photo by UmbriaLeft

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2 Comments on I segreti dello scrigno di Pandora, come mai prima raccontati

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