C’era una volta L’A…

(L’Amore, quello che non teme confronti)

C’era un volta un sogno. Fatto di nitide paure, emozioni intense ed entusiasmo rarefatto. Fatto di porte sbattute in faccia e ginocchia sbucciate. Ferite che si rimarginano grazie ad un bacio. Inaspettato, come il coraggio. Chiudere gli occhi e potersi lasciare andare, oltre ogni fredda logica ed oltre ogni lucida decisione.

C’era una volta uno sguardo perso dentro un sogno, guardato ogni giorno, da occhi di chi è spettatore della sua vita.

Scritta, sussurrata, intonata…

(La La Land)

Terra di sogni più incerti. Quelli espressi a gran voce e quelli infranti. Lacrime e sorrisi. Voglia di provarci ancora. Un luogo così reale che assume aspetti fantastici.

Dove un uomo e una donna si incontrano, per poter finalmente leggere qualcosa di sè, negli occhi dell’altro.

Un messaggio nascosto ed inesplorato. Inaccesibile, chiuso a chiave dietro una porta semiblindata, da dove per incanto, uno spiraglio di luce, accade…

Accade spesso, o non accade quasi mai.

C’era una volta l’Amore

Quella luce calda ed inebriante entrata da una finestra semichiusa. Arma a doppio taglio da sempre nella condizione umana. Grandi slanci verso l’altro e cadute impreviste che, talvolta possono fare male. Amore imperfetto o amore codardo. Forse troppo egoista. Sogni impavidi sospesi dietro una scelta mai fatta. Il prezzo sconosciuto della felicità. Uscire da ogni certezza, senza arrendersi. Il fallimento come motore di ogni sfida personale.

Accorgersi che in due, la strada di notte, si accende di stelle. Luminose pronte a indicare un nuovo cammino.

Un incontro. Una decisione. Un gesto. Il potere attivo del fare e del non fare. Strade che si dividono senza ritorno. Raggiungersi solo per guardarsi negli occhi, ancora un’ultima volta e, con il sorriso di chi ha realizzato la sua vita a metà, lasciare andare una lacrima amara.

‘Se tu quel giorno fossi stato qui con me, io forse adesso sarei qui con te’…

Il rimpianto di chi abbandona una strada e la forza di chi continua a credere nel proprio destino, scritto da capo, ogni giorno.

E così, leggersi nell’altro ancora una volta. Due sguardi incatenati, eppure, per sempre lontani.

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