‘Nata ai bordi di periferia‘…
Come narrava poeticamente ‘Eros‘; una periferia a cui associo nell’immediato, il baretto ‘sfigato’ sotto casa, un aggregativo ‘Roxy bar‘, quale nome altrimenti? Rifugio di molti, non il mio, io avevo l’altrettanto scarno e desolato muretto: testimonial di ricchi, fantasiosi, conflittuali racconti adolescenziali; autobus che ti lasciavano ore fiduciosa alla fermata, la tua scuola, perchè tu hai scelto l’indirizzo ‘strano’: in centro. Scene d’ordinaria follia sotto la metro, se la conosci la eviti! Tuo malgrado, la tua città, il luogo dove sei nata, a cui intimamente appartieni; quella terra culla di storia, bellezza, calore umano, immensa, al contempo maltrattata, disorganizzata, sconfortante, difficile. Lo stesso luogo, che nove volte su dieci detesti e quell’unica volta, tra il suo rovente sole, le sue rovine vivide, la sua unicità, ti rende per una piccola parte orgogliosa di lei.
Una metropoli (altro…)